Un anno scolastico è lungo da passare; per taluni di noi
studenti è pure difficile; ma pensandoci bene, può esserlo anche per i
professori anche se, alcuni pensano che siano delle bestie sputa fuoco che ci
valutano con dei numeri. I professori però hanno anche loro una propria vita,
da UMANI fatta da preoccupazioni come possono averne i professori che sono
genitori. Per questo ho pensato di fare una breve intervista alla mia
coordinatrice di classe,la prof.ssa Luisa Celeghin.
D: Com’è
iniziato il suo anno scolastico?
R: Bene, con
i migliori propositi. Poi direi in evoluzione costante. Alcuni momenti, come
sapete e vivete voi stessi, sono frenetici, altri più distesi e riflessivi.
D:Noi
facciamo fatica a svegliarci per venire a scuola, è lo stesso per voi
professori?
R: Puoi
giurarci, anche perché molti noi sono anche genitori, e si sa, quel mestiere
non ha orari…
D:Ha
difficoltà a volte a fare il suo lavoro da insegnante? A vivere tutte le
settimane con noi?
R:
Difficoltà non direi; a volte ci sono
dei passaggi da superare, con la classe. Essere il coordinatore è anche
mettersi in questa prospettiva di lavoro di squadra, con i colleghi, le
famiglie e gli alunni.
D:Che cosa
pensa della nostra classe dove insegna molte ore?
R: Secondo
te? (ehehehehhehe). Credo che gli studenti sappiano ben cogliere che cosa un' insegnante pensi di loro.
D:Vorrebbe
migliorare alcuni “aspetti negativi” della classe così per vivere in armonia nelle lezioni?
R: L’armonia
totale non esiste, si procede verso un ideale, ma poi si deve vivere nella
concretezza, e affrontare i problemi uno alla volta.
D:Si è mai
messa nei panni di un suo alunno in difficoltà ? Se si che cos’ha fatto per aiutarlo/a?
R:
Quotidianamente. A volte le difficoltà sono di tipo cognitivo, altre di tipo
organizzativo, altre ancora di tipo emotivo-relazionale. Il consiglio di classe intero attua delle
strategie e delle pratiche per aiutare i singoli e la classe intera. Ciascun
esperto di disciplina, poi, declina quanto concordato durante le sue ore di
lezione.
D:Prima di
mettere dei voti negativi a un suo alunno , resta un po’ delusa di lui o lei
che sia?
R: No, non
resto delusa; piuttosto penso a come far arrivare quanto deve essere imparato
all’alunno/a che ha incontrato delle difficoltà.
D:Può dire
due parole su ciò che pensa dell’istituto comprensivo Antonio Gramsci, dove
lavora lei e apprendiamo noi?
R: la scuola
Gramsci è un buon ambiente di lavoro. Il corpo dei docenti è molto preparato e motivato.
Sono qui solo da due anni, e intorno a me vedo colleghi e colleghe che ogni
giorno cercano di dare il massimo. Forse questo è l’atteggiamento più
importante da trasferire ai propri studenti.
Asia
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